LA BASILICA DI SAN PIETRO HA OSPITATO UNA LITURGIA ORTODOSSA PER I SANTI CIRILLO E METODIO
(La Divina Liturgia ortodossa celebrata dal Molto Reverendo Padre Ivan Ivanov nella Cappella dell'Europa in San Pietro il 24 maggio 2021)
Nell’ambito dei festeggiamenti per i Santi Cirillo e Metodio, la Chiesa Ortodossa Bulgara ha potuto celebrare il 24 maggio nella Cappella dell’Europa delle Grotte vaticane. È la prima volta che una celebrazione ortodossa si tiene nella Basilica Vaticana.
La celebrazione è parte di un fitto calendario stabilito dalla Chiesa Ortodossa Bulgara in Italia in vista della tradizionale visita dei presidenti di Bulgaria e Macedonia in occasione della ricorrenza. I Santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa, sono festeggiati dalle Chiese ortodosse il 24 maggio. I presidenti saranno in udienza dal Papa il prossimo 27 maggio.
Giovanni Paolo II proclamò i Santi Cirillo e Metodio patroni dell’Europa il 31 dicembre 1980, e il 2 novembre 1981 benedisse la “Cappella d’Europa”, che si trova nella cripta della Basilica papale, situata sotto il baldacchino del Bernini e accanto alla tomba del Bernini. Nella cappella vi è anche un bassorilievo in bronzo che raffigura i Cirillo e Metodio e San Benedetto, anche lui patrono d’Europa.
La celebrazione ortodossa nella cappella d’Europa ha ricevuto il supporto del Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e del Cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, nonché di Bogdan Patashev, ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede, e dell’arcivescovo Anselmo Pecorari, nunzio in Bulgaria.
Il sacerdote Ivan Ivanov, che ha presieduto la celebrazione e nel mese di luglio diventerà membro del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro, ha sottolineato che l’evento è “particolarmente importante, poiché non ci siamo limitati a eseguire la prima preghiera di ringraziamento dedicata ai Santi Cirillo e Metodio, ma per la prima volta abbiamo svolto una intera celebrazione ortodossa in un luogo sacro per la Chiesa Cattolica, dove si trovano le reliquie di San Pietro, e questo è un grande onore per noi”.
Spiega il sacerdote Ivanov, si devono eseguire le orme dei Santi Cirillo e Metodio, che hanno svolto a Roma una serie di attività “ecclesiastico diplomatiche per costruire un ponte tra Oriente e Occidente” e ricorda che è stato nel XIX secolo che è rinata la tradizione dell’omaggio a Roma ai Santi Cirillo e Metodio, proprio con la riscoperta dell’opera dei Santi fratelli a Roma.
“Papa Pio IX – dice Ivanov – aveva ricevuto dal vescovo croato Josip Strossmayer, grande amico del popolo bulgaro, la richiesta di iniziare uno studio per trovare le reliquie di San Cirillo. Il papa ha accolto favorevolmente la proposta e autorizzato gli scavi archeologici presso la Basilica di San Clemente dal celebre archeologo De Rossi. Il suo lavoro fu proseguito dall'archeologo Maruli, che nel 1862 trovò il presunto sito della tomba di San Costantino-Cirillo e scoprì gli unici affreschi paleocristiani raffiguranti il trasferimento delle reliquie di San Clemente da parte di educatori slavi alla presenza di Papa Adriano e l'intero clero e il popolo di Roma, come testimoniano le fonti scritte medievali”.
Il 30 settembre 1880 Papa Leone XIII pubblica l'enciclica "Grande munus", che commemora i meriti dei Santi Fratelli per l'evangelizzazione dell'Europa e determina la celebrazione liturgica della loro memoria nella Chiesa cattolica romana il 7 luglio, e nel 1881 c’è la prima celebrazione a Roma dei Santi Cirillo e Metodio, che attira a Roma più di 1400 pellegrini.
Ivanov racconta che “la prima celebrazione ufficiale documentata dai bulgari il 24 maggio a Roma fu nel 1924”, su idea del professor Lubomir Miletic, presidente dell'Accademia bulgara delle scienze e docente all'università di Sofia, e la celebrazione fu molto solenne.
L’anno successivo, per il Giubileo, nei mesi di luglio e ottobre, la Chiesa organizzò un pellegrinaggio a Roma nella Basilica di San Clemente, guidato dall’allora visitatore apostolico di Bulgaria Angelo Giuseppe Roncalli, che sarebbe stato poi eletto Papa con il nome di Giovanni XXIII.
Ivanov sottolinea che tutto cambia con l’arrivo del comunismo e del regime ateo in Bulgaria, e si arriva ad una totale separazione tra le celebrazioni di Stato e quello di Chiesa. La prima – dice Ivanov – “è formale: una delegazione selezionata a caso di dipendenti dell'ambasciata secondaria si reca nella prigione di San Clemente, viene posta una corona di fiori a nome della direzione del partito della Repubblica popolare di Bulgaria, che gli emigranti bulgari buttano via senza tante cerimonie durante la loro visita alla tomba. Molte volte presso la tomba del santo si sono svolte manifestazioni aggressive tra la delegazione ufficiale e gli emigranti”.
All’inizio degli anni Sessanta, il Cardinale Amleto Cicognani, titolare della basilica di San Clemente, riapre la questione della ricerca delle reliquie in occasione del 1100° anniversario della loro missione evangelizzatrice. Le reliquie vengono scoperte nell’estate nel 1963, e il 15 novembre dello stesso anno Paolo VI presentò la reliquie in Cappella Sistina a 250 prelati a Roma per la seconda sessione del Concilio Vaticano II.
Nel 1977, è stato celebrato a Roma il 1150° anniversario della nascita di san Cirillo, e questo portò alla creazione di una delegazione ufficiale mista tra Statto e Chiesa per la celebrazione. È una tradizione che continua ancora oggi.