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LE CHIESE DEL “RISVEGLIO” PIETISMO, BATTISMO, METODISMO E CHIESE PENTECOSTALI

4 febbraio 2021

le chiese del “risveglio”

PIETISMO, BATTISMO, METODISMO

e chiese pentecostali 

(Il pastore protestante Philipp Jacob Spener, fondatore del pietismo)

Tra Seicento e Settecento nel protestantesimo vi furono una serie di movimenti “di risveglio” che diedero vita nel mondo luterano al pietismo, in quello calvinista al battismo, nell’anglicanesimo al metodismo.

 

Il pietismo è una forma concreta con cui si volle vivere il cristianesimo di confessione protestante, sorta in polemica con il luteranesimo istituzionale per opera di Philipp Jacob Spener. Questi, nel 1670 a Francoforte, organizzò gruppi di laici (detti collegia pietatis). Il conte Nikolaus Ludwig von Zinzendorf (1700-1760) condusse l'esperimento di una intera comunità retta secondo i principi del pietismo come modello di vita sociale, a Herrnhut in Slesia.

 

Il pietismo si rapportava in modo critico con i dogmi imposti da gerarchie ecclesiastiche, predicando piuttosto una religiosità interiore strettamente individuale; partì dalla convinzione, tipica del cristianesimo riformato, che il credente possa ricevere il perdono delle sue colpe (giustificazione) solo per l'intervento di una grazia esterna. Il pietismo, però, vedeva questa giustificazione come una trasformazione interiore totale: il perdono del peccato comporterebbe una conversione totale del credente, e non soltanto un miglioramento, una correzione. L'uomo convinto di ciò percepirebbe in un lampo, come l'apostolo Paolo sulla via di Damasco, la strada della salvezza, che è anche la via verso l'interiorità.

 

La personalità centrale del pietismo luterano è l'alsaziano Philipp Jacob Spener (1635–1705). È difficile trovare un territorio nell'Impero Germanico, con il quale egli non abbia avuto a che fare. Come manifesto del pietismo luterano si considera l'opera di Spener pubblicata nel 1675 Pia desideria, in cui in primo luogo deplorava lo stato della chiesa contemporanea e dei suoi membri, e in secondo luogo sviluppava un programma di riforme, consistente in: introduzione di incontri per migliorare la conoscenza della Bibbia, collaborazione dei "laici" nella chiesa, passaggio dalla conoscenza della fede alla vita di fede, contenimento delle polemiche confessionali, riforma degli studi teologici verso la praxis pietatis, cioè spostando il contenuto della predicazione dalla conoscenza della fede all'edificazione dell'uomo interiore.

 

Nel 1670 fu chiesto a Spener di tenere speciali incontri di edificazione, che Spener tenne nella sua canonica, e furono chiamati Collegium pietatis o Exercitium pietatis. Da questi incontri nacque la pratica dell'ora di edificazione, ovvero di studio biblico, nella sua forma ancora oggi caratteristica del pietismo. Nel Württemberg e in altre aree, tali eventi sono tuttora chiamati "ore" (in tedesco, Stunden), e nel tedesco svizzero i loro partecipanti sono chiamati Stündeler, mentre nella lingua russa nacque nel XIX secolo il termine "штундист", Stundist, per indicare un membro del culto. In queste conventicole il rischio di separazione era virulento. Tra le figure più importanti di questo Collegium guidato da Spener vi fu Johann Jacob Schütz, che in seguito si separò dalla chiesa mettendo a rischio l'accettazione di questo aspetto della riforma all'interno della chiesa luterana.

(Il conte Nikolaus Ludwig von Zinzendorf, fondatore della Chiesa Moraviana)

Questo movimento, che attraversò in modo trasversale tutte le anime della Riforma, rimase, però, all’interno delle Chiese dove era nato, inclusa la Chiesa Moraviana - idealmente legata alla predicazione del riformatore Jan Hus nel ‘400 - la cui nascita e sviluppo è inseparabile dal suo rifondatore Nikolaus Ludwig von Zinzendorf che si reputò, però, sempre collegato con la chiesa luterana. All'età di dieci anni Zinzendorf uscì dall'ambito educativo di Halle e, anche se tirato su negli insegnamenti del pietismo di Halle, mantenne le distanze dalle devozioni ivi praticate. Studiò legge a Wittenberg, e in questo periodo la sua fede fu in equilibrio tra ortodossia luterana e pietismo di Halle. Nel 1722 consentì ai rifugiati evangelici provenienti dalla Moravia d'insediarsi nella sua tenuta in Lusazia. Essi erano discendenti degli antichi Fratelli boemi, che erano quasi completamente scomparsi durante la guerra dei trent'anni. In seguito, accolse anche discepoli di Schwenckfeld dalla Slesia, Pietisti, Separatisti, Luterani e Riformati. Dal 1724 questo insediamento fu chiamato Herrnhut. Qui, a partire dai coloni con le loro diverse tradizioni, si riuscì a creare una comunità ecclesiale completamente nuova. Ritenendo di aver ripristinato l'antica Unità dei fratelli boemi, gli fu possibile rimanere nel campo del luteranesimo. A Herrnhut la vita religiosa e liturgica fiorì con grande varietà di forme, e Herrnhut divenne il punto di partenza di una intensa diaspora verso tutto l'Impero Germanico, i Paesi Bassi e la Svizzera. Nel giro di pochi anni si sviluppò una rete di circoli di amici e comunità figlie. Herrnhut divenne così centro missionario, mentre nei territori di missione si andavano costituendo proprie chiese.

Le chiese moraviane, nonostante le persecuzioni e le difficoltà che hanno dovuto sopportare, esistono ancora oggi. Attualmente i suoi fedeli sono circa un milione, la maggior parte delle quali risiede in Africa, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e nei Caraibi. A livello mondiale i moraviani sono conosciuti col loro nome originario di Unitas Fratrum. Dal 1731, ogni anno fino a oggi, hanno pubblicato un lezionario per la lettura quotidiana della Bibbia, diffusissimo nel mondo evangelico: viene pubblicato in 43 lingue diverse, compreso l'italiano.

 

Le origini storiche dei battisti, invece, vanno ricercate nel puritanesimo inglese del XVII secolo, anche se idealmente vi si possono trovare tracce del movimento di riforma radicale della chiesa che, nato a Zurigo nella prima metà del Cinquecento, venne poi chiamato anabattismo. Lo scisma anglicano aveva acceso grandi speranze di riforma tra coloro che in Inghilterra simpatizzavano con le idee di Calvino. Enrico VIII, non mantenendo le promesse, si accontentò di uno scisma da Roma e non proseguì verso una reale riforma della chiesa inglese. A causa di ciò il puritanesimo inglese si spaccò sul da farsi e le molte tendenze fecero il loro percorso autonomo.

 

Il movimento battista prese una deriva antitrinitaria e nel XVIII secolo si spaccò in due tronconi, quello eretico che scomparve e quello ortodosso.

(Roger Williams)

Roger Williams, uno dei Padri Pellegrini, fondò la prima chiesa battista sul suolo americano a Providence, la colonia battista di Rhode Island nella Nuova Inghilterra e soprattutto fu il primo vero padre del concetto di laicità dello Stato.

 

Il movimento missionario moderno nacque nel XVIII secolo grazie alla visione e all'opera di un battista Inglese: William Carey.

 

Il battismo si diffuse nell'Europa continentale grazie al pastore J. G. Oncken, che fondò la prima chiesa battista sul continente europeo ad Amburgo nel 1834 e che fu all'origine dell'espansione del movimento battista nei paesi di lingua tedesca, slava e russa; e, in secondo luogo, grazie alle missioni inglesi, specialmente la Baptist Missionary Society, e americane, specialmente il Foreign Mission Board della Southern Baptist Convention.

 

Non è possibile descrivere il movimento battista in modo univoco, come se si trattasse di un fenomeno unico. Il battismo è un movimento variegato con molte forme organizzative e molti orientamenti teologici. Le sue origini, il suo sviluppo, e la sua fenomenologia attuale non permettono una trattazione unitaria. Non è neanche possibile parlare di chiesa battista al singolare, in senso universale o denominazionale. Tale definizione ha senso solo nella prospettiva della comunità locale.

 

Il battismo, nell'ambito del protestantesimo, appartiene alla corrente riformata, ossia a quel filone del pensiero della Riforma protestante che si riconosce nella teologia evangelica come è stata formulata da Huldrych Zwingli e Giovanni Calvino. Le chiese battiste non sono nate dalla Riforma protestante (del XVI secolo), ma dal puritanesimo inglese del XVII. Max Weber chiamava queste chiese “i figliastri della Riforma”. I battisti rappresentano una delle forme del calvinismo.

 

Infine, all’inizio del Novecento, ancora all’interno della galassia protestante, ha avuto origine il movimento pentecostale, d’impronta carismatica, che oggi è una delle denominazioni cristiane più diffuse e più in crescita al mondo (in Italia si stimano 400 mila fedeli), con tutta una serie di piccole “chiese” dalle più svariate denominazioni che, però, si richiamano tutte a tale movimento.

 

Il pentecostalismo o movimento pentecostale è un insieme di denominazioni e chiese evangeliche del cristianesimo protestante, sviluppatosi nella seconda metà del XIX secolo e viene spesso indicato dagli studiosi di scienze delle religioni come una corrente interna al terzo protestantesimo.

 

Le origini del movimento pentecostale sono dibattute: secondo gli studiosi le quattro matrici che hanno portato alla sua nascita, e da cui ne derivano credenze e pratiche, sono il metodismo, il battismo, il Movimento di Santità (Holiness Movement) e la religiosità afro-americana.

 

Il termine pentecostale fu usato per la prima volta nel 1910 da David Wesley Myland (1858-1943), per descrivere i movimenti che ponevano speciale enfasi sull’effusione dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, come descritto negli Atti degli Apostoli (cap. 2).

I pentecostali, come tutti i protestanti, riconoscono come fonte primaria della fede soltanto la Bibbia: Antico Testamento (esclusi i libri che i cattolici chiamano deuterocanonici e gli altri protestanti apocrifi), Nuovo Testamento e la validità di due soli sacramenti, quelli che i pentecostali ritengono fossero stati praticati da Gesù stesso, ovvero il Battesimo (solo per chi ha accettato Cristo nella sua vita e in immersione) e l'eucaristia - chiamata spesso Santa Cena - amministrata a tutti in poche chiese e nella maggior parte di esse ai battezzati.

 

I princìpi della dottrina pentecostale sono i fondamenti del Cristianesimo Evangelico come la fede nella Trinità, in Gesù vero Dio e vero Uomo ed unico Mediatore, nella salvezza per grazia mediante la fede, con la peculiarità di alcuni aspetti come il battesimo nello Spirito Santo, che consiste nel ricevere la pienezza dello Spirito di Dio, accompagnato da varie manifestazioni dello Spirito nel corpo di chi possiede, prima fra tutte la glossolalia, il "parlare in lingue" sconosciute agli esseri umani.

 

Altra caratteristica è l’anti-denominazionalismo: il rifiuto di qualunque istituzionalizzazione in chiese e denominazioni, che si esprime nella gestione autonoma di ogni singola comunità di fedeli, le quali formano strutture come i network o le "parachiese" per rimanere in contatto fra loro.

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