MEDITAZIONE SULL’EPIFANIA DEL REV.DO DON NICOLA GAGLIO, ACHLJ, PARROCO DEL DUOMO DI MONREALE

5 gennaio 2021

MEDITAZIONE SULL’EPIFANIA

DEL REV.DO DON NICOLA GAGLIO, ACHLJ,

parroco del duomo di monreale

(Adorazione dei Magi, Mosaico 1174 – 1189, Duomo di Monreale)

Nella solennità dell’Epifania continuiamo a contemplare il grande mistero del Natale del Figlio di Dio. La memoria dell’arrivo dei Magi a Betlemme, nella liturgia antica, veniva unita al ricordo del Battesimo di Cristo al Giordano e al miracolo delle di nozze di Cana. Nella parete sovrastante il grande arco settentrionale del santuario della cattedrale di Monreale si vedono i tre episodi evangelici rappresentati uno accanto all’altro: epifania ai Magi, al Giordano e a Cana di Galilea; tre eventi che manifestano il Figlio “nato per noi” come il Salvatore di tutte le genti, l’atteso Messia di Israele e il Dio fattosi uomo.


Abbiamo sempre ascoltato, sin da bambini, il racconto dei Magi narrato dall’evangelista Matteo, con grande suggestione e stupore. E’ un avvenimento che stimola la nostra immaginazione, questa ha dato origine a tante e varie creazioni iconografiche.

(Adorazione dei Magi, Galleria Regionale, Palermo)

Desidero soffermarmi su qualche elemento della narrazione.


I Magi, questi misteriosi ed affascinanti personaggi erano probabilmente dei sapienti che scrutavano il cielo, uomini che partono dai loro paesi, da oriente, e si mettono “in ricerca”. Erano persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la “firma” di Dio; infatti, afferma il salmista: “i cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera sua”. La stella accompagna il cammino di ricerca dei Magi, la creazione si pone loro come testo da leggere. E’ questa luce apparsa in cielo che li incuriosisce e li sprona a mettersi in cammino. Infatti, appena arrivati a Gerusalemme, chiederanno “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”; il firmamento ha annunziato loro l’evento accaduto.


Arrivati a Gerusalemme, i Magi saranno messi a conoscenza dai sommi sacerdoti e dagli scribi del popolo, chiamati dal re Erode, sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli fu risposto “a Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele”. I Magi apprendono ora, dal libro della Scrittura, il luogo dove doveva nascere il Messia. Illuminati dalla Parola di Dio, escono dalla città e riprendono il cammino, non rimangono soddisfatti dalla sola notizia appresa, non ritornano indietro; non si acquieta il desiderio della loro ricerca, vanno sino in fondo alla meta che si erano prefissata. La Parola delle Scritture ricevuta, al pari della luce della stella, illumina di più la loro via.

(Adorazione dei Magi, Castello Ursino, Catania)

Riprendendo il cammino, e uscendo dalla grande città di Gerusalemme, lontani dal frastuono e dai palazzi del potere, con nel cuore la Parola di Dio, rivedono la stella. A questa visione aggiunge Matteo: “essi provarono una grandissima gioia”. E’ colmi di gioia che i Magi vanno verso la meta. La stella si fermò “sopra il luogo dove si trovava il Bambino (…) Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono”.


La manifestazione del Signore ai Magi ci invita a fare delle riflessioni e a prendere qualche impegno per la nostra vita di credenti.


Considerare, come afferma il Santo Padre Francesco, nel Messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, citando San Bonaventura, che “il creato è il primo “libro” che Dio ha aperto davanti ai nostri occhi, perché ammirandone la varietà ordinata e bella fossimo ricondotti ad amare e lodare il Creatore. In questo libro, ogni creatura ci è stata donata come una “parola di Dio”. I Magi guardando la stella guardano il Cielo.


Approfondire il nostro rapporto con la Parola di Dio, quale lampada che guida il nostro quotidiano cammino, verità che ci dice chi siamo e dove andiamo, per costruire la nostra esistenza, insieme agli altri, sulla roccia e non sulla sabbia. I Magi aiutati dalle Scritture trovano un cammino sicuro, certo.


Vivere la nostra partecipazione all’eucarestia con la fede adorante dei Magi, consapevoli di stare alla presenza del Verbo che si fa nostro cibo. Come il Bambino in braccio a sua Madre che lo ha generato, che gli ha dato la nostra natura umana, viene offerto all’adorazione dei Magi, così ogni eucarestia vede quel “verum corpus natum de Maria Virgine” offerto dalla stessa Madre di Dio a ciascuno di noi, per adorarlo e come nostro nutrimento.

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