Andrea Orlando, laureato in Fisica, indirizzo astrofisica, con tesi sperimentale sulle aurore boreali (“Analisi dell’attività aurorale diurna nell’ambito del Progetto ITACA2”) svolta a Roma presso l’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario (INAF), e dottore di ricerca internazionale in astrofisica nucleare e particellare, con tesi di meteorologia spaziale (“Multispacecraft observations of Coronal Mass Ejections”) svolta presso la Scuola Superiore dell’Università degli Studi di Catania e l’Osservatorio Astrofisico di Catania (INAF).
In seguito al conseguimento del PhD nel 2012 si è dedicato alla divulgazione scientifica, a sottolineare come la didattica e la cultura sono parti integranti e fondamentali dell’attività di un ricercatore scientifico. Cultore di storia della scienza ed astronomia culturale (astronomia antica, storia dell’astronomia e archeoastronomia), è membro dal 2012 della Società Italiana di Archeoastronomia (SIA), nata nel 2000 sotto la prestigiosa egida dell’Accademia dei Lincei.
Dal 2012 ha iniziato a dedicarsi alla scienza dell’archeoastronomia, diventando pioniere degli studi in Sicilia. Nel 2015 ha organizzato il XV convegno della SIA al Monastero dei Benedettini (Dipartimento di Scienze Umanistiche/UniCT), il primo realizzato in Sicilia, e proprio in questa occasione ha presentato il primo studio completo di archeoastronomia sulla Valle dei Templi di Agrigento, progetto di ricerca svolto in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Università di Waikato (Nuova Zelanda).
E’ fondatore e presidente dell’Istituto di Archeoastronomia Siciliana, associazione culturale che si occupa dello studio di siti archeologici siciliani che hanno una valenza archeoastronomica. E’ ideatore ed organizzatore della rassegna culturale di astronomia antica ‘Alla Ricerca dell’Astronomia e della Musica Antica’ e del festival di archeostronomia ‘Pietre&Stelle’, manifestazioni a cui hanno partecipato migliaia di persone.
A lui si deve la scoperta di un astrolabio del 1566 ritrovato in un cassetto dei depositi del Museo Civico di Catania, opera del costruttore fiammingo Arsenius, del quale nel mondo, si conservano 28 astrolabi. Con questo ritrovamento l’Italia è diventata il paese a custodirne il maggior numero.
Ha collaborato e collabora in attività multidisciplinari con diversi enti di ricerca, tra cui l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali (CNR).
E’ autore di numerosi articoli e pubblicazioni scientifiche a diffusione nazionale e internazionale.