RISCOPERTA IN SIRIA UNA PREGHIERA USATA DALLA SANTA ELISABETTA DEL PORTOGALLO E DALLE SUORE DI COIMBRA PER PLACARE LA PESTE CHE COLPÌ LA CITTÀ DI COIMBRA NEL 1317
Un’antica preghiera mariana per salvare dalla pestilenza è stata riscoperta a Qara, in Siria, dalle Monache dell’Unità di Antiochia, (https://www.maryakub.net/english/who-are-we/at-a-glance/) una congregazione religiosa che si trova in Medio Oriente, presso il monastero di San Giacomo ("Mar Yakub" in arabo https://www.maryakub.net/english/who-are-we/saint-james/) il mutilato in Siria, presso un monastero risalente al VI secolo d.C., a circa 90 km a nord di Damasco e 15 km a est del confine libanese, che una volta era il più importante monastero della regione quando la Siria aveva migliaia di monaci. Sono monache di rito greco-cattolico melchita ed il loro Ordine è stato istituito nel 2000, in piena comunione con Roma, con il nome profetico di "L'Unità di Antiochia".
La preghiera alla Vergine Maria per salvare dalla peste è stata scoperta incisa su una delle icone della Temple Gallery di Londra portate nel monastero da un viaggiatore che voleva un parere da Madre Agnes de La Croix, la superiora del monastero di Sao Tiago Mutilado.
Questa icona – ha spiegato la superiora – presentava un incredibile legame con la Santa Regina Elisabetta, Isabella di Aragona (1271 – 1336). Questa, dopo la morte del marito, in una epoca tumultuosa per via delle guerre di successione, andò in pellegrinaggio a Compostela, donò la sua corona, e poi si rinchiuse nel monastero delle Clarisse a Coimbra, fatto costruire da lei stessa, da dove uscì una sola volta solo per cercare inutilmente di pacificare i dissidi tra suo figlio Alfonso IV e il suo genero Alfonso XI di Castiglia. Fu canonizzata da Urbano VIII nel 1625.
(Sarcofago di Isabella di Aragona, del 1330, nella chiesa di Santa Clara a Coimbra)
Il testo, secondo la tradizione, era arrivato alle Clarisse di Coimbra in Portogallo mentre la città era devastata dalla peste. In un momento estremo, mentre addirittura si pensava di sospendere la clausura e concedere alle suore di riparare altrove, bussa alla porta del monastero un mendicante lacero, che somiglia tantissimo al San Bartolomeo raffigurato nel monastero. Questi aveva dato loro un cartoncino scritto a mano, dicendo: “Recitate questa preghiera, la Vergine vi proteggerà”. La preghiera cominciava con le parole Stella Coeli extirpavit. Ed è questa preghiera che le suore a Qara hanno adesso recitato per chiedere la fine della pandemia.
Se la tradizione francescana parla di un manoscritto arrivato in maniera miracolosa, c’è però anche una tradizione manoscritta dell’antifona, con vari studi e diverse interpolazioni avvenute con il tempo.
Senza contare gli studi teologici sul tema. Maria appare anzitutto come la “stella del cielo”. Nel medioevo si pensava che l’ebraico Miryam rimandasse anche alla parola stella, e precisamente a “stella del mare”, ed è questo che si trova nel testo.
Era una tradizione attribuita a San Girolamo, anche se poi non era proprio così. Ma fu il motivo per cui Maria fu associata alle stelle, con l’idea che Maria è la stella favorevole capace di fermare le stelle fatali che causano la peste.
Ecco allora spiegato perché la preghiera ci mostra anche come si credesse che la peste si diffondesse e fosse causata da particolari congiunzioni astronomiche.
LA PREGHIERA
Stella del cielo,
che allattò il Signore,
sconfisse la piaga mortale piantata
dal primo padre degli uomini.
Possa questa stella ora
degnarsi di trattenere i corpi celesti le
cui battaglie affliggono il popolo
con le ferite crudeli della morte.
O misericordiosa Stella del Mare,
salvaci dall'epidemia.
Ascoltaci, Madonna,
perché tuo figlio che
ti onora non può rifiutarti nulla.
Salva, o Gesù, noi
per cui la Vergine Madre ti prega.
Prega per noi, compassionevole Santa Madre di Dio.
Tu che hai spezzato la testa al serpente, aiutaci.