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LA GRANDE FAMIGLIA DELLE CHIESE CRISTIANE NEL MONDO

apr 25, 2020

LA GRANDE FAMIGLIA DELLE CHIESE CRISTIANE
 NEL MONDO

(Albero genealogico del Cristianesimo)
Il nostro Ordine, unico nel suo genere, si caratterizza, come è noto, per una forte connotazione ecumenica e, pur mantenendo forte il proprio legame con la tradizione cattolica, testimoniato dal fatto di avere come propri Protettori Spirituali i Patriarchi Cattolici Greco-Melkiti di Antiochia, condizione stabilita da oltre un secolo e mezzo e consacrata nelle proprie Costituzioni, raggruppa al suo interno i rappresentanti di tutte le tradizioni cristiane, unite nel segno dell’unico battesimo e sotto la bandiera di San Lazzaro.

Spesso la diffidenza tra cristiani di diverse confessioni è stata dettata da motivi storici se non politici e dalla scarsa conoscenza gli uni degli altri: è per questo che abbiamo deciso, a partire da oggi, di pubblicare delle schede conoscitive delle varie “chiese”, molte persino del tutto sconosciute ai più, alcune con poche migliaia di membri, altre con forti connotazioni territoriali e nazionali, altre ancora con storie che provengono dai primi secoli del cristianesimo, molte legate a vari movimenti 
riformatori, ma tutte saldamente ancorate alle proprie tradizioni.
(Logo del Consiglio Ecumenico delle Chiese)
Non tratteremo né dei Testimoni di Geova né della Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni (i c.d. Mormoni), gli uni e gli altri considerati estranei alla famiglia cristiana per fede e dottrina, in quanto entrambi, con diverse sfumature, negano la Trinità e la qualità di Dio da attribuire alla persona di Cristo ed utilizzano testi sacri non canonici. Entrambi, peraltro, non fanno parte di nessun raggruppamento di Chiese cristiane ed, a maggior ragione, del Consiglio Ecumenico delle Chiese (WCC) del quale, per motivi dottrinari, non è membro neppure la Chiesa Cattolica, pur collaborando attivamente con esso ed essendo divenuta membro a pieno titolo di una delle commissioni più importanti del Consiglio: la Commissione Fede e Costituzione di cui detiene il 10% del totale dei commissari e dei membri del Comitato Permanente. Più volte i sommi pontefici hanno sottolineato questa partecipazione recandosi in visita ufficiale al CEC a Ginevra (Paolo VI nel 1969, Giovanni Paolo II nel 1984, Francesco nel 2018).
Il primo incontro del gruppo di lavoro congiunto istituito dal WCC e dalla Chiesa cattolica romana nel 1966. Da sinistra a destra: il dott. A.W. Visser't Hooft, dott. Eugene Carson Blake, padre Jérôme Hamer.
Una prima distinzione va fatta dal punto di vista terminologico: “cristiano” e “cattolico” non sono sinonimi e, persino “cattolico” non ha un significato univoco, dovendosi distinguere i “cattolici romani” dai “cattolici”, termine, quest’ultimo, rivendicato da alcune chiese come la Chiesa Anglicana.

In Italia “cristiano” e “cattolico” capita di usarli come parole di uguale significato, poiché storicamente la stragrande maggioranza dei cristiani sono cattolici. Ma è un uso improprio e oggi il cammino ecumenico chiede uno sforzo di conoscenza e di comprensione e l’utilizzo di una terminologia più corretta. Anche il termine “ortodosso”, che per noi, in genere, indica tutta la costellazione di chiese orientali, viene usato spesso in modo improprio, riferito a chiese che pur essendo orientali poco hanno a che fare con la vera ortodossia storica. 

Proviamo a orientarci: la storia del cristianesimo è costellata di numerose divisioni che hanno dato vita a tanti “rami” nell’unica famiglia dei credenti in Gesù. 

LE CHIESE ANTICO ORIENTALI

(Simbolo della chiesa copta ortodossa)
La prima separazione è molto antica e riguarda alcune comunità del Medio Oriente che non accettarono le decisioni del concilio di Calcedonia svoltosi nel 451 («Gesù Cristo vero Dio e vero uomo»): le principali sono la Chiesa copta ortodossa (presente in particolare in Egitto ed Etiopia) e la Chiesa armena. A fianco di alcune di esse vi sono pure le chiese sorelle tornate in piena comunione con la Chiesa Cattolica.

LE CHIESE ORTODOSSE

(Simbolo del Patriarcato Ortodosso di Costantinopoli)
La seconda divisione è quella del Grande scisma del 1054, che ha portato alla separazione tra la Chiesa cattolica latina e quella ortodossa orientale. I motivi di divisione erano teologici (la natura dello Spirito Santo, che per i cattolici «procede dal Padre e dal Figlio» e per gli ortodossi solo dal Padre), ecclesiali (disputa sul primato del Papa) e politici. Oggi l’Ortodossia è costituita da numerose Chiese autocefale, tendenzialmente nazionali, che fanno capo ai rispettivi patriarcati (Costantinopoli, Mosca, Sofia, Belgrado…): al loro interno, poi, una moltitudine di scissioni con chiese c.d. “canoniche” e “non canoniche”, cioè riconosciute o meno dal Patriarcato di Costantinopoli o di Mosca, spesso conseguenza di tensioni politiche nazionali quando non frutto di inimicizie personali tra vescovi. Al patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, è riconosciuta un’autorità di “primo tra pari” sugli altri patriarchi, ma senza un potere concreto come quello del Papa cattolico. I preti ortodossi si possono sposare, ma solo i celibi possono diventare vescovi. In Italia gli ortodossi sono di gran lunga la più numerosa comunità cristiana non cattolica, con 1 milione e 300 mila fedeli del patriarcato di Romania e 100 mila di Costantinopoli.
Anche in questo caso, a fianco di alcune di esse vi sono pure le chiese sorelle tornate in piena comunione con la Chiesa Cattolica.

LA RIFORMA PROTESTANTE

(Simbolo della chiesa luterana)
La terza grande divisione, la Riforma protestante, risale al 1517 e prese avvio dalla critica del monaco tedesco Martin Lutero contro la vendita delle indulgenze da parte della Chiesa di Roma; egli, tuttavia, inizialmente non voleva fondare una nuova Chiesa, bensì riformare quella cattolica. Dopo la scomunica nel 1521, con i suoi seguaci diede vita a una Chiesa separata per rilevanti aspetti dottrinali: la centralità della giustificazione per sola grazia (aspetto su cui è stato raggiunto un accordo tra cattolici e luterani nel 1999 con la Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione), un’interpretazione di Gesù unico mediatore tra Dio e gli uomini (solus Christus) che esclude l’intercessione di Maria e dei santi, le Sacre Scritture come sola autorità in materia di fede (sola Scriptura), il libero esame delle Scritture da parte dei fedeli (senza un magistero ecclesiale), l’abolizione della gerarchia ecclesiale e del sacerdozio (anche se molte chiese luterane hanno conservato o recuperato la struttura episcopale e gran parte della liturgia cattolica), con una diversa organizzazione ecclesiastica (di tipo sinodale).
(Simbolo della chiesa calvinista)
In breve tempo il “ramo” della Riforma protestante si è diviso in altri rami. Attualmente le Chiese della riforma storica sono: Chiesa luterana, Chiese riformate e Chiesa anglicana (quest’ultima mal sopporta di essere accomunata alla prime due, rifiutando, sostanzialmente, la qualificazione di “protestante” e definendo se stessa “cattolica” ma non romana). 
Le Chiese riformate derivano principalmente dalle riforme attuate da Huldrych Zwingli a Zurigo e subito dopo da Giovanni Calvino a Ginevra nei primi decenni del XVI secolo. La loro teologia accoglie (anche se con qualche distinzione) il pensiero di Lutero, accentua il tema della predestinazione, nega la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, vieta l’uso di immagini per il culto. Il movimento valdese, presente in Italia dal XII secolo, aderì al calvinismo nel 1532, divenendo una Chiesa riformata.

LA CHIESA ANGLICANA

(Simbolo della chiesa anglicana)
La Chiesa anglicana nasce nel 1533 dall’Atto di supremazia con cui il re Enrico VIII, in rottura con il Papa, si dichiarò capo della Chiesa d’Inghilterra, in un primo momento senza mettere in discussione la teologia cattolica (lo stesso Enrico VIII aveva avuto dal Papa il titolo di “defensor fidei” contro il protestantesimo, titolo che tuttora portano i Sovrani d’Inghilterra) ma poi, di fatto, aderendo a quella protestante e, per un breve periodo, addirittura a quella calvinista più estrema, con l’abolizione dell’episcopato. Oggi la Chiesa anglicana ha recuperato gran parte della tradizione cattolica e mantiene la struttura ecclesiastica episcopale del cattolicesimo. I suoi pastori sono sacerdoti (anche se la loro ordinazione, come quella dei loro vescovi, è stata dichiarata invalida dalla Chiesa Cattolica) ma si possono sposare e possono essere ordinate anche le donne. Il capo della Chiesa anglicana è la regina Elisabetta II, ma l’arcivescovo di Canterbury presiede il Consiglio della Comunione anglicana, formata dalle Chiese locali. Una chiesa molto variegata, al cui interno convivono comunità con un’anima decisamente filocattolica ed altre dichiaratamente protestanti e riformate, una Comunione tendenzialmente inclusiva e sostanzialmente priva di una connotazione dottrinaria, teologica ed ecclesiale unitaria e che, per questo motivo, ha registrato nel tempo varie scissioni con il definitivo allontanamento di intere comunità di fedeli verso l’una o l’altra sponda.
Anche per la chiesa anglicana, infine, si registra la presenza di ritorni in massa alla Chiesa Cattolica, attraverso la costituzione degli Ordinariati per gli anglicani nei quali sono confluiti, mantenendo le proprie tradizioni, laici, sacerdoti e vescovi, che hanno voluto recuperare la piena comunione con la sede di Roma.

RISVEGLIO E PENTACOSTALISMO

(Simbolo della chiesa metodista pentecostale)
Tra Seicento e Settecento nel protestantesimo vi furono una serie di movimenti “di risveglio” che diedero vita nel mondo luterano al pietismo, in quello calvinista al battismo, nell’anglicanesimo al metodismo. 
(Simbolo di una delle principali chiese pentecostali italiane: le Assemblee di Dio in Italia)
Infine, all’inizio del Novecento, ancora all’interno della galassia protestante, ha avuto origine il movimento pentecostale, d’impronta carismatica, che oggi è una delle denominazioni cristiane più diffuse e più in crescita al mondo (in Italia si stimano 400 mila fedeli), con tutta una serie di piccole “chiese” dalle più svariate denominazioni che, però, si richiamano tutte a tale movimento.

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